Asia 2022: stato economico
Dal Covid alla guerra russo-ucraina l’enorme quantità di cambiamenti che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni è stata senza precedenti, ma non sono ancora finiti. Secondo le ultime previsioni le imprese dovrebbero essere consapevoli e soprattutto pronte alla “nuova normalità” che ci attende, contraddistinta soprattutto da shock esogeni che influenzeranno costantemente l’economia mondiale senza nessuna eccezione: nemmeno le superpotenze asiatiche caratterizzate da alti tassi di crescita saranno escluse. La Banca Asiatica di Sviluppo, per il 2022, ha abbassato le sue previsioni di crescita per i Paesi Asiatici in via di sviluppo che saranno colpiti dall’aumento dei prezzi dovuto all’attuale inflazione e dalla ripresa dell'epidemia di Covid; ciò causerà la perdita di quasi due punti percentuali sulla crescita, dal +6,9% del 2021 scenderà al +5% alla fine dell’anno.
Nella valutazione complessiva della gestione delle difficoltà e con l’attuale congiuntura economica non dobbiamo dimenticarci di analizzare gli indicatori non tradizionali che possono controbilanciare negativamente i tassi di crescita positivi di un Paese. In modo particolare quelli che mostrano un impatto maggiore sarebbero il dilemma fiscale, la social responsibility, i colli di bottiglia nella supply chain e la crisi dei semiconduttori per la creazione di chip.
Tali situazioni si sviluppano in modi differenti tra paesi Asiatici molto diversi tra loro.
Partendo dal dilemma fiscale, i paesi della regione dell’Asia Pacifico manifestano un elevato bisogno di spesa per nuovi investimenti, mentre le risorse finanziarie scarseggiano. I paesi che dispongono di uno spazio fiscale (flessibilità del governo nelle scelte di spesa) potranno dedicare risorse sufficienti per perseguire una ripresa inclusiva; al contrario, chi ne è privo sarà chiamato a lavorare sul miglioramento dell'efficienza della spesa - in sanità, educazione e protezione sociale - e sulla raccolta di maggiori entrate.
A tal proposito, la maggior parte dei 9,1 trilioni di dollari stimati nelle riserve ufficiali dell'Asia Pacifica è investita in depositi bancari e strumenti monetari che non offrono benefici sociali diretti. Potrebbero invece essere mobilitate più riserve ufficiali per scopi sociali ai fini di sopperire l’aumento dell’inflazione, spinto dai prezzi di cibo e carburante che colpiscono fortemente la maggior parte della popolazione.
Le imprese necessitano di una visione a lungo termine sui mercati di fornitura e una capacità di previsione in grado di mitigare il rischio di colli di bottiglia nelle catene di fornitura, le quali sono sempre più globali. Attualmente essa è messa a dura prova non solo dalla carenza di materie prime, ma anche dalle decisioni del governo cinese (a febbraio Pechino ha rafforzato la sua partnership strategica con Mosca). Ufficialmente la Cina assume una posizione neutrale nell’attuale conflitto con l’Ucraina, nonostante il rischio di incorrere in sanzioni indirette imposte dagli Stati Occidentali.
La Cina è stata una parte fondamentale delle catene di fornitura globali per decenni, ma l’attuale scenario mondiale sta portando le aziende a riflettere su come sia possibile mitigare gli shock di fornitura in futuro, per esempio diversificando il proprio portafoglio clienti e fornitori. Potremmo anche osservare, nel medio e lungo periodo, un calo nelle importazioni cinesi, se il paese dovesse diventare maggiormente autosufficiente nella produzione di semiconduttori utilizzati per la creazione di chip. Questo dovrebbe compensare parte della riduzione delle esportazioni.
